Di pari passo alla domanda di infrastrutture IT performanti e affidabili, i termini scalabilità e alta affidabilità stanno diventando sempre più popolari.

La gestione di flussi via via sempre più complessi di informazioni è una problema comune ma abbattere i periodi di down ed eliminare i punti deboli di un reparto IT è altrettanto importante.

Per alta affidabilità, o high availability, si intende un metodo di progettazione dell’infrastruttura che vada a risolvere queste ultime problematiche.

Cos’è l’alta affidabilità?

Nel linguaggio informatico, il termine availability è usato per descrivere il periodo di tempo nel quale un servizio è disponibile.
High availability è quindi una qualità di un un sistema o di una sua componente che assicura un alto livello di performance in un dato periodo di tempo.

Come viene misurata l’affidabilità?

Spesso l’affidabilità viene espressa in valori percentuali, che si riferiscono al periodo di disponibilità di un servizio o componente in un dato periodo di tempo: con una percentuale del 100% si avrà dunque un sistema che non si interrompe mai.

Ad esempio, con una percentuale annua di uptime del 99% si avrà fino a 3.65 giorni di downtime.

Cosa rende un sistema altamente affidabile?

Uno degli obiettivi dell’alta affidabilità è di eliminare i cosiddetti “single points of failure”: con questa espressione si intendono quei componenti che causerebbero un’interruzione del servizio qualora dovesse rendersi indisponibili.

Ne consegue che qualsiasi componente necessario al funzionamento dell’intera infrastruttura che non abbia un metodo di backup, è per forza di cose da ritenersi un “single point of failure”.

Per contrastare questa situazione, ogni componente fondamentale dell’infrastruttura deve essere pensato in un’ottica ridondante: se quel componente smette di funzionare per qualsiasi motivo, ci deve essere un “sostituto” che intervenga immediatamente con le stesse funzioni.

Questo concetto può portare a pensare che basti “sdoppiare” ogni componente per avere automaticamente un sistema ad alta affidabilità: non è così, ed oltre ad un sistema ridondante è necessario approntare anche delle tecniche a monte di recovery e di failure prediction.

Che componenti sono necessari in un sistema ad alta affidabilità?

Ci sono diversi componenti che devono essere presi in considerazione per mettere in pratica l’high availability. Vediamone alcuni assieme:

  • Dislocazione geografica: se tutti i server sono dislocati nella stessa area geografica, un disastro naturale può portare al down dell’intero sistema. Disporre di server ridondanti in diverse locazioni aumenta decisamente l’affidabilità.
  • Hardware: un sistema ad alta affidabilità deve resistere a momentanee mancanze di corrente, per esempio, inclusi gli hard disk e le interfacce di rete.
  • Software: l’intero sistema software, incluso il sistema operativo e le applicazioni, deve essere pronto a fronteggiare un interruzione inaspettata che può potenzialmente portare ad un hard reset dell’intero sistema.
  • Dati: la perdita di dati può essere causata da diversi fattori e non è limitata a problemi agli hard disk. In un sistema ad alta efficienza, i dati devono essere sempre al sicuro tramite backup automatizzati, ancora meglio se tramite tecnologie on the cloud.
  • Network: anche le interfacce di rete possono rappresentare dei single points of failure, è bene quindi prevedere delle connessioni di backup indipendenti dalla linea principale.

Fondamentale per la sicurezza aziendale

L’alta affidabilità del reparto IT è un importante aspetto della sicurezza aziendale, e si focalizza nell’assicurarsi che un sistema o una sua componente abbia un alto livello di performance operativa nel tempo.

Progettare bene un sistema ad alta efficienza può portare a benefici enormi nel lungo periodo, oltre che a un risparmio notevole di denaro.


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