Mantenere i server aziendali efficienti e aggiornati è un task fondamentale per il buon andamento di un’infrastruttura IT.
Allo stesso tempo, rappresenta una voce non trascurabile nel budget aziendale e necessita di competenze specifiche, tempo e controllo costante.
Demandare questa attività ad un servizio di cloud server è una via che sempre più aziende intraprendono, con l’obiettivo di ridurre i costi, massimizzare l’efficienza e poter allocare il proprio tempo ad altre attività più attinenti al core business.
Vediamo assieme in questo articolo come funziona un contratto di questo tipo e perchè si stanno diffondendo sempre di più.
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Gestione del parco macchine: croce e delizia
Normalmente, la potenza di calcolo e lo storage di un reparto IT di un’azienda di piccole medie dimensioni si basa su un parco macchine, server, più o meno esteso, a seconda delle necessità specifiche di ogni settore.
Questo hardware, non appena acquistato, funziona bene, è potente, e soddisfa tutte le necessità per le quali è stato messo in opera. Dopo un po’ di tempo, le attività dell’azienda si ingrandiscono, il fatturato cresce e ci si accorge che l’elaborazione dati è più lenta, lo spazio di storage continua ad esaurirsi, non è possibile integrare nuove tecnologie perchè esse richiedono hardware più moderno.
Si provvede dunque alla sostituzione delle macchine, se il budget lo permette, o alla loro espansione, comprando costose periferiche che a loro volta, dopo poco, torneranno ad essere “strette” per le necessità aziendali, che nel frattempo (si spera) hanno continuato a crescere. Il ciclo si ripete, con nuovi esborsi economici e soprattutto, tanto tempo sottratto ad altre attività.
Questo è lo scenario innanzi al quale, più o meno, qualsiasi azienda si è trovata almeno una volta. La buona notizia è che la soluzione è a portata di mano, permette di risparmiare denaro e di non preoccuparsi più di tenere sotto controllo le risorse per evitarne l’esaurimento.
Cloud servers: una soluzione semplice ad un problema complesso
Come è facilmente intuibile, spendere tempo e denaro correndo dietro ad un problema che prima o poi si ripresenterà, uguale a se stesso, non è un approccio sostenibile. La soluzione, ormai matura, è rappresentata dai server cloud. Ma cosa significa questa espressione?
Invece che disporre di server fisicamente presenti in azienda, attraverso un servizio di cloud computing si “acquista” la facoltà di utilizzare delle macchine remote, di potenza e caratteristiche compatibili con le proprie necessità, alle quali si accederà attraverso una connessione internet sicura.
Il contratto stipulato varierà in base alle caratteristiche scelte, alla potenza di calcolo, alla presenza e alla dimensioni dello storage, ma sarà sempre fisso nel tempo e facilmente calcolabile preventivamente. Si disporrà, in estrema sintesi, di un parco macchine virtuale.
Ma cosa accadrà quando anche i server cloud risulteranno stretti per le esigenze di un’azienda in continua crescita?
Prestazioni sempre in linea con le necessità aziendali
Passare ad hardware superiori per capacità computazionale, aggiungere storage o apportare altre modifiche, richiede solo qualche click nel caso di un contratto cloud e sono effettive da subito.
Il nuovo prezzo mensile (o orario) verrà visualizzato e non subirà modifiche senza conferma da parte del cliente.
Per chi non volesse perdere tempo a modificare di volta in volta il contratto, esistono addirittura particolari modalità in cui si stabilisce una certa flessibilità di variazione del prezzo, per assicurarsi di poter “sforare” la potenza di calcolo prescelta senza per questo dover apportare modifiche manualmente di volta in volta, magari per necessità transitorie.
In conclusione, scegliere un servizio di cloud server permette alla piccola medio azienda di eliminare una voce inutilmente costosa dal proprio budget dedicato al reparto IT, rimpiazzandola allo stesso tempo con una spesa prevedibile nel tempo e assicurandosi di avere sempre tutta la potenza di calcolo e lo storage necessario alle proprie attività.
Appassionato di basket, è il playmaker del nostro provisioning e il pivot dell’iperconvergenza. Scrive di cloud computing e virtualizzazione.